L'antibiotico appartiene alla classe degli inibitori delle beta-lattamasi Alcuni β-lattamici, derivati dalla ricerca di nuovi antimicrobici, sono stati inizialmente scartati a causa della loro modesta potenza antibatterica nei confronti dei vari patogeni. Un numero ristretto di queste molecole è stato però in seguito identificato come capace di legarsi in modo covalente alle β-lattamasi. Attraverso tale meccanismo l'enzima viene catturato e non reso disponibile per inattivare l'altro eventuale farmaco presente. Gli inibitori suicidi oggi in uso sono: 1) acido clavulanico, trovato in colture di Streptomyces clavurigerus, inibisce le più difuse β-lattamasi incluse le ESBL che derivano da TEM-1. 2) sulbactam che è un 6-desaminopenicillino sulfone. E' un inibitore a spettro più ampio del clavulanato, ma meno potente, non è induttore 3) tazobactam, che è un sulfone dell’acido penicillanico, simile a sulbactam ma potente come il clavulanato, non è induttore. Questi composti sono abbinati a penicilline o cefalosporine garantendo loro immunità dalle più diffuse β-lattamasi. |